Attività motorie Standardizzanti  e di Situazione

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Come è noto le attività motorie non sono tutte uguali, esprimono gesti tecnici assolutamente diversi le une dalle altre.
Tuttavia indipendentemente dagli aspetti tecnici che presentano e dalle modalità di sviluppo e allenamento delle differenti abilità, possiamo individuare due categorie definite che prendono in considerazione esclusivamente il contesto di svolgimento dell’attività senza tenere  conto di quali siano i gesti tecnici eseguiti:

• Attività motorie Standardizzanti
• Attività motorie di Situazione

Le prime, definite Standardizzanti,

prevedono uno scenario dove il gesto tecnico viene ripetuto costantemente in modo pressoché uguale durante tutta la durata della performance.
L’azione non è condizionata da significativi mutamenti di fattori esterni ambientali o umani.

Ad esempio:
• nel canottaggio, l’atleta ripete il gesto tecnico della voga dall’inizio alla fine della gara, le uniche variazioni sono rappresentate dal ritmo della voga e dall’intensità
• Nella corsa ad ostacoli, l’atleta affronta la sequenza di ostacoli osservando un preciso schema di passi, presalti e atterraggi che se disatteso comprometterà inevitabilmente la performance finale.
• nel nuoto l’atleta propone lo stesso gesto tecnico per l’intera gara. Potremmo anche sostenere che il nuotatore, pur essendo in competizione con altri avversari con l’obiettivo di arrivare primo al traguardo, sia in realtà in gara con sé stesso. Infatti egli esprimerà la massima prestazione personale possibile in quel momento indipendentemente dal potenziale espresso dagli avversari.

Le seconde, definite di Situazione

si esplicano in condizioni nelle quali non è prevedibile o per lo meno non scontato il succedere degli eventi.

Ad esempio:

• nel corso di una partita di basket, pallavolo, calcio, tennis ecc., ogni azione da intraprendere dipende da cosa fanno altre persone, siano esse avversari o compagni di squadra. Oltre a condizioni ambientali come vento o in generale condizioni climatiche per le attività all’aperto
• nello sci, durante lo slalom speciale che pur costringe l’atleta a produrre gli stessi gesti tecnici durante tutta la performance, egli deve affrontare cambi di pendenza, modificazioni del fondo innevato percorso prima da altri, modificazioni del vento e persino delle condizioni di luce
• nella ginnastica ritmica l’atleta deve fare i conti con il lancio e la conseguente ripresa degli attrezzi in concomitanza con l’effettuazione di sequenze di gesti tecnici che rendono imprevedibile il succedere degli eventi. Inoltre l’attività diventa ancora più di Situazione quando viene svolta in squadra e ciascuna ginnastica deve adeguare i propri gesti tecnici alle azioni delle colleghe.

Una riflessione s’impone anche per un’ attività come la danza classica.

In quale dei due ambiti possiamo collocarla?

Certamente questa attività utilizza gesti tecnici che prevedono rigidi ed imprescindibili protocolli di apprendimento, la loro esecuzione per la maggior parte si avvale di automatismi ancor di più se si eseguono sequenze filate di gesti consecutivi uguali fra loro, propendendo certamente in questo caso verso la standardizzazione del gesto.

Quando però una sequenza si deve inserire in una coreografia dove si interagisce con altri soggetti allora alla standardizzazione si inserisce la situazione.
Infatti non potremo mai avere la certezza su posizioni, tempi d’intervento, velocità e forza messi in campo da chi esegue assieme a noi la coreografia.

Questa osservazione finale ritengo accresca il concetto riferito alla danza quale regina delle attività motorie, in grado di fornire quei valori aggiunti imprescindibili sul piano formativo ed educativo, non ottenibili da altre, pur rispettabilissime discipline.