C’è pilates e pilates
Scrivo questo articolo perché ritengo necessario fare chiarezza su questo tema che mi sta molto a cuore.
Da qualche anno sono presidente di ica-do a Rozzano, ma da ormai 10 anni insegno pilates e ne ho sentite talmente tante di “storielle” su questa disciplina da poter scrivere un libro.
Il metodo fondato da Joseph Pilates ha avuto molte integrazioni negli anni date dalle nuove ricerche in campo anatomico, di programmi di allenamento e di riabilitazione motoria.
Personalmente faccio riferimento alla scuola di Anna Maria Cova, fisioterapista, ex ballerina e esperta della disciplina. Negli anni ho integrato al metodo Covatech la danzaterapia, il fritting di Tiziana Manusardi, la bioenergetica e vari studi personali.
Comunque si declini, il pilates resta un programma ben definito e serio che può essere insegnato solo da chi ne ha studiato i principi e li ha fatti suoi.
Purtroppo ultimamente sento chiamare con questo nome che va molto di moda tutti quei corsi che una volta erano: ginnastica dolce, gag, aerobica e così via. Ovviamente la cosa non mi disturba solo per gli anni impiegati a studiare ma anche perché in questo modo si diffondono credenze erronee sul tema.
Ormai troppo spesso mi sento dire: “che fatica pilates” oppure “che noia pilates” o ancora peggio “mamma mia no ci ho provato ma mi veniva un mal di schiena da dovermi prendere gli antidolorifici”.
Quest’ultima poi è davvero un colpo al cuore per noi che insegnamo questa tecnica che per definizione si esegue nel pieno rispetto del corpo.
Le linee guida per scegliere un corso di pilates:
- accertarsi che l’insegnante sia qualificato per questa disciplina;
- i gruppi siano composti al massimo da 8/10 persone;
- prima di iniziare sia valutata la vostra condizione fisica dall’insegnante;
e vi raccomando di non prendere la cosa sotto gamba soprattutto se avete qualche patologia alla schiena, perché non è il pilates a far male ma è come si fa.
Il corpo è la vostra casa ed è bene scegliere con cura come occuparsene.
Come diceva il nostro amico Joseph
“la cosa importante non è cosa stai facendo ma come lo fai”
e aggiunge Shopenhauer:
“trascurare il proprio corpo per un qualunque altro vantaggio della vita è la più grande delle follie”