Chi più chi meno… tutti hanno sperimentato l’esperienza del crampo muscolare
Chi più chi meno… tutti hanno sperimentato l’esperienza del crampo muscolare.

La distinzione è d’obbligo, dal momento che la pratica dell’attività motoria e gli aspetti legati all’allenamento e al lavoro fisico non sono le uniche cause d’insorgenza di crampi, altre riguardano aspetti patologici che devono essere affrontati in ambito medico sanitario ed esulano dal contesto della nostra trattazione.
Pertanto, in ambito sportivo vengono generalmente indicate
quattro principali condizioni
che possono verificarsi nel corso di un’attività motoria che viene protratta per un tempo significativamente lungo e sono:

come accennato sopra:
due legate al Metabolismo Energetico




Perché queste quattro situazioni sarebbero la causa di attivazione del crampo?
Per poter rispondere alla domanda dobbiamo necessariamente conoscere, almeno a grandi linee:
cosa succede nel muscolo quando si contrae

Tanti sono i processi e i meccanismi che entrano in gioco nel funzionamento del muscolo e non è questa la sede adatta per descriverli.
Possiamo però, senza complicare troppo le cose, osservare che è nella piccola unità denominata SARCOMERO che si concretizza il fenomeno della contrazione muscolare


Lo Squilibrio Elettrolitico è la terza condizione chiamata in causa in merito alla formazione di crampi ed è legato alla presenza di sali.
Una contrazione muscolare, volontaria o involontaria, inizia sempre in seguito ad un impulso nervoso che attraverso un processo noto come depolarizzazione della membrana cellulare provocherà la diffusione di Calcio nella cellula muscolare interagendo con alcune molecole e consentendo l’interazione tra Actina e Miosina avviando la contrazione.

La quarta e ultima causa che abbiamo preso in considerazione è riferita
all’acidosi metabolica intracellulare legata alla formazione di Acido Lattico.
Si verifica quando stiamo compiendo un’azione motoria molto intensa per il cui fabbisogno di energia non riusciamo, totalmente o in parte, ad utilizzare gli acidi grassi attraverso l’utilizzo dell’O2 e dei processi ossidativi.
Pertanto dobbiamo rivolgerci, totalmente o in parte, alla via metabolica di produzione energetica che non richiede l’utilizzo dell’O2, stiamo infatti svolgendo un lavoro anaerobico e andremo a recuperare energia dalla
Glicolisi Anaerobia.
In questo modo ci assicureremo l’energia necessaria ma dovremo pagare un prezzo, andremo infatti a contrarre un debito costituito dal progressivo
accumulo di Acido Lattico
La mancanza di O2 a livello dei tessuti muscolari spingerà l’attività della Glicolisi Anaerobia e la produzione di Acido Lattico con drastica diminuzione del Ph corrispondente ad un aumento dell’acidità.
Per tamponare e ridurre l’acidità si assisterà ad una riduzione, feedback, dell’attività della Glicolisi Anaerobia e quindi della produzione di energia ovvero di ATP.
Verrà quindi a mancare l’energia necessaria al distacco dell’Actina dalla Miosina instaurando la condizione di crampo.

L’energia è necessaria e fondamentale per attivare i processi che portano alla contrazione muscolare ma lo è altrettanto per ottenere la decontrazione.
Gli elettroliti governano in modo indiscusso il fenomeno di contrazione e decontrazione muscolare, gestendo la presenza del Calcio a sua volta attivato dalla depolarizzazione della membrana causata dall’impulso nervoso a monte di tutto il processo.
Il valore del Ph definisce l’acidità dell’ambiente e condiziona le
fonti energetiche aerobiche o anaerobiche a loro volta dipendenti dall’intensità del lavoro.
Lo status di crampo può essere in estrema sintesi riassunto come una complessa orchestrazione di eventi che portano il tessuto muscolare contratto all’impossibilità di decontrarsi.