La maggior parte delle persone credo corra male.

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Per deformazione professionale osservo spesso chi corre.
Penso che, in generale, si fraintenda il concetto di corsa e non si sappia esattamente cosa chiedere alla corsa.
Perché la corsa, come tutte le attività motorie, non è qualcosa di semplice e non è un singolo gesto ma una complessa sequenza di azioni, reazioni e stimolazioni, e come tutte le attività motorie va conosciuta, preparata e affrontata.
Certamente non deve essere improvvisata.
Inoltre, con la banale espressione: “…vado a fare una corsetta…” cosa intendiamo?
È noto a tutti che non esiste un solo modo di correre, il centometrista fa una corsa diversa dal mezzofondista che a sua volta fa una corsa diversa dal maratoneta.
Allora potrebbe essere opportuno introdurre il concetto di corsa atipica ( ISEF Statale Mi 1982 C.Negri-R.Pompele) dove si intende una corsa senza nessun altra finalità che non sia quella di ottenere il massimo con il minimo in termini di forza, consumi energetici e traumatologia.
Perché abbiamo nominato la traumatologia?
Perché la corsa è una sequenza di balzi e per definizione ogni balzo prevede una spinta per staccarsi dal suolo, una fase di volo e un atterraggio.
Tralasciando complessi aspetti legati alla biomeccanica della corsa che prenderebbero in considerazione fenomeni di stretching dinamico, transfert energetico ecc., non trattabili in questa sede, possiamo semplificare sostenendo che chi corre esegue una serie di saltelli su entrambi gli arti inferiori uno alla volta.
Questo significa che gli arti inferiori vengono sottoposti ad una sequenza di urti contro il terreno per tutta la durata dell’attività, in pratica una serie di sollecitazioni all’apparato muscolo scheletrico che prese singolarmente non rappresentano un problema ma la cui sommatoria può fare la differenza.
In poche righe, quante domande, quanti concetti esposti per avere nominato qualcosa di apparentemente banale ma che non lo è affatto.
Gli approfondimenti che ci vengono offerti, è evidente, sono moltissimi, spaziano dai metodi di preparazione puramente fisica ad aspetti che interessano la coordinazione, lo schema motorio ecc.
Non mancheremo di affrontarli invitando i lettori al dibattito, scrivendoci e proponendo temi d’interesse comune.
Ci lasciamo con alcuni spunti di riflessione:
Conviene correre? Cosa chiediamo alla corsa?
Cosa ci aspettiamo da questa affascinante ma non facile disciplina.?